The Infinity Of Recurring Torment - FAN FICTION

Tuesday, September 20, 2011


« The infinity of recurring torment»



La carta ingiallita dallo scorrere del tempo, sembrava stesse per sgretolarsi tra le dita di Sophie, che non aveva resistito a leggere i versi che vi erano impressi a inchiostro da mano ignota.
La calligrafia era arricciata, incostante.

***

Sophie aveva da poco versato la caparra per quella costosissima torre e non avendo altro posto dove stare, si era ritagliata un piccolo spazio vitale, facendosi largo tra le migliaia di scatole colme di roba da sistemare.

Aveva trovato quel piccolo gioiello – come lei amava definirlo – dopo una lunga ed estenuante ricerca della casa perfetta.

Sophie era sempre stata una persona incontentabile.
Era sempre alla ricerca di qualcosa che le calzasse come un guanto.
In effetti...Tutto doveva calzarle come un guanto.
Era fatta così.

Non si sentiva un tipo da villetta a schiera familiare, né una da appartamento in pieno centro.
Era una persona complicata e semplice allo stesso tempo.

Si era anche prodigata a fornire all'agenzia immobiliare tutte le informazioni necessarie a soddisfare le sue esigenze.
Inutile aggiungere che si era anche premurata di faxarle, se la mail non fosse stata abbastanza.

Era una lista di 'requisiti' abbastanza rigida.
Voleva un posto silenzioso ma non isolato. Enorme ma raccolto. Classico ma originale.
E così via.

Il povero agente che aveva avuto la sfortuna di seguire la transazione, non sapeva certo a cosa andava incontro. Ma non c'era voluto molto a scoprire che Sophie era una persona sopra le righe.

Dopo aver collezionato un numero non definito di tentativi falliti, lo sfortunato agente era arrivato a maturare istinti omicidi verso Sophie.
Le aveva mostrato tutto ciò che sul mercato poteva in qualche modo anche solo avvicinarsi ai canoni che la sua cliente gli aveva richiesto. Puntualmente c'era qualcosa che andava storto.

Così decise di tentare il tutto e per tutto.
Gli era rimasta l'ultima spiaggia. La torre a Munkkiniemi.
Era passato un anno e nessuno era riuscito ancora a vendere quell'edificio dal prezzo tanto esorbitante quanto l'aspetto era inquietante.

Non incarnava il sogno di una famiglia numerosa, né quello di una coppia di novelli sposini in procinto di allargare il nucleo familiare.
Era quasi diventata una scommessa all'interno dell'agenzia.

Per Sophie poteva andare bene dopotutto. Era un posto raccolto, spazioso, ma non esageratamente isolato.
E forse per una svitata come lei potrebbe essere il posto giusto”


Quando la diretta interessata la vide, tutta avvolta da da vite americana, fu amore a prima vista.
Si era messa a scandagliare ogni minimo particolare ostentando finto disinteresse.
Non aveva voluto darla vinta all'agente che per tutto il tempo aveva trattenuto il respiro, pregando dentro di sé che quella fosse la volta buona.
Quando Sophie sentenziò con un'incredibile faccia di bronzo che, dopotutto, poteva anche accontentarsi, questi era quasi in procinto di piangere dalla gioia.
Era stata la transazione più lunga e se non altro più riuscita di tutta la sua carriera decennale.

***


Così non appena si fu trasferita nel suo posto – il primo vero posto soltanto suo – si mise all'opera per ripulire da cima a fondo tutte le stanze.
Pensando a quello che si era appena lasciata alle spalle, la prospettiva di passare una settimana chiusa in casa a sistemarla, non le sembrava poi così tremenda.

A quanto pare la sua nuova casa, custodiva tanti segreti.
I più interessanti erano in soffitta, all'interno di un baule di pregiato rovere, che Sophie aveva trovato mentre era occupata a dare una sistemata.

Se è vero che la curiosità è donna, beh, Sophie era donna dalla punta dei capelli fino alle unghie dei piedi. Non si era certo fatta scrupoli ad aprire il baule e rovistarci dentro.
Sembrava volutamente dimenticato. Come se chiunque avesse abitato in quella casa prima di lei, avesse voluto lasciarsi il passato alle spalle.

C'erano molti diari, appunti su fogli che sembravano essere stati appallottolati ma poi recuperati.
Aprendo uno dei diari, aveva notato che la carta era ingiallita dall'usura.
Fu inebriata dal profumo di carta consumata, lo stesso profumo che amava aspirare a pieni polmoni quando andava in biblioteca. Cosa che accadeva spesso.
Sul diario vi erano scritti versi, o almeno, sembravano tali. La calligrafia era particolare, elegante, ma non molto comprensibile.

Eccitata dalla propria scoperta, Sophie si era sentita come la protagonista di un film.
Prese a leggere, leggere e leggere.
Impressi su carta, vi erano le emozioni e i pensieri più profondi di qualcuno, che sembrava avere tanto di tormentato dentro.



Reading Winter





Quando ho comprato Winter di Asia Greenhorn, l’ho fatto perché sono rimasta stregata dalla copertina.
Richiamava un qualcosa di gotico. Richiamava l’Inverno.
La protagonista si chiama Inverno. Ho trovato il tutto assolutamente geniale.
Ma dopo aver stretto al petto il mio acquisto, tutta fiera ho pregato con tutta me stessa “Fa che non sia un libro sui vampiri”.
Tornata a casa, non ho voluto leggerlo subito. Generalmente quando compro dei libri sono sempre combattuta tra la voglia di divorarli e quella di trattenerli il più a lungo possibile. E così mi sono ritrovata a leggerlo solo dopo un mese dall’acquisto.
Ebbene, in una settimana ho raggiunto la metà e il libro mi ha piacevolmente colpita. La scrittura è scorrevole, realistica, ma c’è un mistero da scoprire. La protagonsita ha qualcosa di speciale. Chissà cosa sarà?
Andando avanti…Ecco arrivare ciò che temevo.
Spuntano i Vampiri.
Ebbene, anche in Galles è possibile trovare i Vampiri. Sono rimasta delusa.
Ma ho dato al libro una chance. E per fortuna che l’ho fatto!
Nonostante tutto il libro è risultato piacevole. Sono alle ultime battute.
Ma mi auguro di cuore che questa saga rimanga solo su carta stampata e che non perda lo smalto decoroso con il quale è cominciato.




F.

It doesn't have to make any sense at all

On air: The Phantom Agony*


Ebbene, non sono una che ama gettare parole al vento tanto per dimostrare di essere profonda quanto un buco nero.
Ma scrivere e basta, ciò che sento, ciò che soprattutto mi passa per la testa, che sia un bene o un male, è quello che faccio da sempre.

Non sarò Jane Austen (non oso nemmeno paragonarmici), ma la verità dei miei pensieri è una cosa che mi ha sempre spinto a mettere nero su bianco.

Nemmeno credo che la scrittura sia un modo per comunicare ciò che non si ha il coraggio di dire a parole. Scrivere è scrivere e basta. 
Ed è forse l'atto più coraggioso che possa mai fare.


Non sono una persona costante.
So di non riuscire a mantenere un impegno se l'interesse cala.

Ergo: non userò questo blog per fare dell'autoanalisi. Né sono certa che quest'impegno durerà. Chissà...

Userò questo spazio per inserire spoiler qui e là sulle fan fiction che scrivo. O almeno tento di. 


F.











*Epica